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Schoenberg è vivo (IV Giornata di studi di analisi musicale)
17 Ottobre, 10:30 > 18:00
Nel 1951, dopo aver appreso della morte di Arnold Schoenberg, un giovane Pierre Boulez (1925-2016) pubblicò un breve saggio dal titolo «Schoenberg est mort!», con il quale (accusando neanche tanto velatamente il compositore austriaco) affermava come fosse ormai da considerarsi definitivamente chiusa la stagione dei compromessi tra un linguaggio ancora vicino (per certi versi) alla tradizione, e un nuovo linguaggio che tentava invece di recidere ogni legame con il passato, invocando al contempo l’inizio di una nuova era all’insegna di principi compositivi rigorosi (come quelli riscontrabili nelle opere di Anton Webern), che i giovani esponenti della scuola di Darmstadt (fra i quali lo stesso Boulez) avevano già iniziato a mettere in pratica.
In realtà il tempo, che spesso è galantuomo, ha dimostrato come quella stagione di innovazioni radicali abbia avuto una valenza e un impatto tutto sommato effimeri, venendo presto superata da atteggiamenti di tutt’altro tipo, mentre invece l’eredità lasciataci da Schoenberg, sia come compositore che come teorico, ancora oggi si rivela decisiva per comprendere a fondo le ragioni che hanno dato vita a quella straordinaria stagione di creatività musicale che ha attraversato la prima metà del XX secolo e che viene solitamente etichettata con l’espressione “Novecento storico”.
L’occasione del 150° anniversario della nascita del compositore austriaco (1874-1951) ci offre pertanto la possibilità di rovesciare l’assunto di Boulez, per provare a dimostrare come i compromessi presenti nelle opere di Schoenberg, i suoi tentennamenti fra stilemi del passato e una nuova concezione musicale, non siano da considerarsi come un segno di debolezza, quanto piuttosto di consapevolezza della grande stagione musicale che ci si stava lasciando alle spalle, che per questa ragione non poteva quindi essere semplicemente ignorata.
Partendo dalla figura di Schoenberg, e dalle sue più significative innovazioni (dal periodo atonale fino alla genesi e allo sviluppo del metodo seriale, che gradualmente prenderà corpo nella sua produzione), si tenterà di far luce sul periodo storico oggetto di indagine prendendo in considerazione anche la produzione di alcuni fra i principali compositori del tempo – sia affini (Webern) che distanti (Debussy e Bartók) dal suo mondo espressivo –, tutti accomunati dal comune desiderio di individuare una nuova via da seguire.
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Programma dei lavori [visualizza la brochure]
Saluti istituzionali:
Vittorino Naso, Direttore del Conservatorio di Musica di Vibo Valentia
Antonello Scalamandrè, Presidente del Consiglio di Amministrazione
Introduzione a cura di Domenico Giannetta, Coordinatore del DITAC
ore 11.00: sessione mattutina
Maria D’Agostino
B.A.C.H. nella tradizione dodecafonica: retrospezioni per una «Nuova Musica»
Esecuzione di Simbolo, dal Quaderno musicale di Annalibera di Luigi Dallapiccola
(pianoforte: Maria D’Agostino)
Alessandro Lemmo
Il De Profundis op. 50b per coro misto a sei voci di Arnold Schoenberg
Giulia Maria Rita Basile
La Urpflanze goethiana nelle Variationen für Klavier op. 27 (1936) di Anton Webern: ricerca di coerenza e unitarietà
Gabriele Sangiuliano
Anton Webern, Variazioni op. 27: analisi dodecafonica della III Variazione
Eleonora Forelli
Des pas sur la neige di Claude Debussy: relazioni e connessioni attraverso il tempo
Salvatore Mirenda
Colloquio tra numeri primi: la matematica nell’universo sonoro di Schoenberg e Debussy
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ore 15.00: sessione pomeridiana
Luigi Sassone
Il lascito di Heinrich Fritz Klein e il suo rapporto con il sistema dodecafonico
Maria Luisa Grillone
La teoria degli insiemi e la musica di Bartók: analisi dell’Allegro moderato da For Children (vol. 1, n. 39)
Michele Arena
Schoenberg e la musica da film: la musica «colta» al servizio delle immagini
Fortunato Costantino Mandaradoni
Verklärte Nacht di Schoenberg: un esperimento analitico
Stefano Mazzeo
Schatzler klein op. 18 n. 1: il Lied che ha dato inizio all’era dodecafonica di Anton Webern
Maria Pia Guerrera
Des Herzens Purpuvogel op. 25 n. 2: il Lied simmetrico di Webern
Antonio Rondinelli
Il rigore e la simmetria nel trattamento della serie nel Concerto op. 24 di Anton Webern
Domenico Giannetta
La Suite für Klavier op. 25 di Arnold Schoenberg: un ponte fra tradizione e innovazione
Assistenza tecnica: Antonio Miceli e Francesco Petrilli
(in collaborazione con la classe di Elettroacustica del prof. Luciano Graffi)
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Gli studenti iscritti ai Corsi accademici di primo e secondo livello che parteciperanno alla giornata di studi otterranno il riconoscimento di 1 CFA.
Comitato scientifico della giornata di studi: Domenico Giannetta – Luigi Mogrovejo – Vittorino Naso
Referente: prof. Domenico Giannetta (d.giannetta@consvv.it)
Precedenti edizioni delle Giornate di studi di analisi musicale:
- 2021: Presentazione del volume n. 1 dei «Quaderni di analisi»
- 2022: Iannis Xenakis (1922-2001): compositore, architetto e visionario
- 2023: L’universo sonoro di György Ligeti (1923-2006)
GALLERIA FOTOGRAFICA: